3 film sugli anziani per capirne il mondo interiore

3 film sugli anziani per capirne il mondo interiore

Il cinema sembra essere sempre più interessato al mondo degli anziani. Se fino al secolo scorso il ruolo dell’anziano sul grande schermo era quasi sempre di tipo stereotipato, la produzione più recente si è fatta più attenta alla terza età, riuscendo finalmente a raccontarla come un periodo dinamico e ricco di occasioni, esattamente e forse ancor di più rispetto alle altre fasi della vita. Cerchiamo di capire cosa è cambiato!

Cinema e mondo degli anziani

I film esercitano il loro fascino e il loro potere su noi spettatori in infiniti modi. Se da un lato lo sforzo di buona parte della produzione è quello di trascinarci fuori dalla realtà, come è anche giusto che sia, una porzione minore, ma non per questo meno importante, preferisce raccontare i fatti della vita reale.

I progressi scientifici del secolo scorso, nonostante i numerosi eventi catastrofici che l’hanno caratterizzato, hanno influito in maniera netta sulla speranza di vita contribuendo allo spaventoso incremento della popolazione mondiale che abbiamo potuto osservare negli ultimi decenni.

Il cinema, come l’arte in generale, è in parte specchio della società, ed è del tutto naturale quindi che i suoi prodotti siano il riflesso di un corpo sociale sempre più anziano, soprattutto in un Occidente caratterizzato dal costante calo degli indici di natalità.

Il mondo della terza età come pubblico

Senza voler necessariamente scomodare l’arte, quello del pubblico anziano rimane, anche solo da un freddo punto di vista di marketing, un settore in crescita continua e per questo di giorno in giorno sempre più importante per l’industria cinematografica.

Questa produzione di film incentrati sulla terza età è già oggi tanto vasta quanto vasto l’elenco delle tematiche che affronta. Un suo pregio generale è sicuramente quello di fornire uno spunto di riflessione su come interpretiamo e con quale prospettiva ci avventuriamo nella vita e di come può cambiare il suo significato nelle varie fasi del suo progredire.

Fino al secolo scorso, la terza età era a tutti gli effetti un traguardo che interessava un numero molto minore di persone rispetto ad oggi. Il cinema pertanto relegava generalmente gli anziani in ruoli marginali, ritraendoli raramente come protagonisti della storia. Questa scarsa rilevanza era poi accompagnata da una tendenza a descriverli in maniera poco profonda, spesso bidimensionale, relegando gli uomini nello stereotipo o del vecchio saggio o di quello testardo, diffidente e nostalgico, spesso incattivito dalla vita. Le donne invece venivano ritratte in ruoli tanto esasperatamente materni e protettivi quanto, in maniera tragicamente opposta, potevano incarnare la quintessenza della severità, se non della cattiveria tout court.

I cambiamenti intervenuti nella società negli ultimi quarant’anni hanno quindi spinto il cinema ad un necessario ripensamento della figura dell’anziano, che si riflette non solo sulla maggiore rilevanza dei ruoli, quanto sulla profondità e la cura nel descriverne e raccontarne la condizione.

Questa rilevanza sociale, recentemente acquisita, della popolazione anziana si traduce in prodotti che possono finalmente raccontare non solo la dimensione degenerativa di questo periodo della vita, quanto le opportunità di cambiamento, rigenerazione e rinnovamento che può offrire.

Molti di questi film raccontano la terza età come un periodo importante durante il quale i personaggi non si limitano al racconto nostalgico del proprio passato ma pensano ed agiscono in relazione al loro futuro.

3 film sulla terza età: uno sguardo diverso sul mondo

Come abbiamo già detto, la quantità di film sulla terza età tra cui poter scegliere è imponente, tra quelli che meglio rappresentano questa fase della vita, abbiamo scelto di consigliarvene tre diversissimi tra loro.

Youth – La Giovinezza
In questo pluri-premiato film del 2015, il regista Paolo Sorrentino racconta la storia di due amici, due professionisti dello spettacolo che si avviano ormai verso il tramonto della carriera. Un immarcescibile Michael Caine veste i panni di Fred, compositore d’orchestra di fama internazionale dal passato glorioso ritiratosi ormai dalle scene, che si trova a trascorrere una vacanza in Svizzera con l’amico di sempre Mick, interpretato da Harvey Keitel, famoso regista di grido che pur non rassegnandosi all’avanzare dell’età sta attraversando una profonda crisi non riuscendo a trovare la chiave per concludere il suo, probabilmente, ultimo film.
I due, contornati dalla variegata clientela del resort, avranno modo di confrontarsi sulla vita, sul passato e sul futuro, riuscendo ognuno a proprio modo a rispondere al grande quesito che ci riguarda tutti, con esiti drasticamente diversi.

A spasso con Daisy
Questa commedia è ambientata negli anni ’50 e ci racconta le vicende di Daisy Werthan, una ricca vedova settantaduenne, ex maestra elementare e affatto rassegnata all’incedere degli anni, che, dopo aver causato un preoccupante incidente d’auto, viene costretta dal figlio ad assumere un autista. A ricoprire il ruolo sarà Hoke, ex lattaio analfabeta in pensione, interpretato da Morgan Freeman.
Dopo una categorica ritrosia iniziale da parte di Daisy, la pazienza dell’autista riuscirà con gli anni a scalfirne il carattere burbero e pedante, instaurando una sincera e affettuosa amicizia che porterà Daisy a volergli trasmettere il bene più grande, quello della cultura, insegnandogli quindi a leggere e scrivere. Questa amicizia, del tutto inusuale se consideriamo l’epoca in cui è ambientata la storia, durerà quindi per venticinque anni e ci dimostra come in questa parte della vita ci sia sempre lo spazio e la possibilità per cambiare e apprezzare nuove cose.

Pranzo di Ferragosto
Come ultimo consiglio abbiamo scelto questo film dall’aria estremamente nostrana rispetto ai due blockbuster precedenti. Interpretato e diretto dall’esordiente Gianni Di Gregorio e vincitore del premio come miglior opera prima al Festival del Cinema di Venezia nel 2008, il film racconta la vita di Gianni, un uomo di mezza età sommerso dai debiti e privo di una qualsiasi prospettiva che passa le sue giornate tra l’osteria e casa, dove vive con l’anziana madre. Nel suo trascinarsi quotidiano, Gianni si trova a dover ospitare e accudire in casa propria diverse anziane signore, lasciate sole in città dalle rispettive famiglie per poter passare fuori il Ferragosto.
La convivenza di questo insieme inusuale di anziane donne darà a Gianni grattacapi non da poco e diversi problemi da risolvere. Quando finalmente Ferragosto giunge al termine però, le signore non vorranno più andarsene e faranno a Gianni una proposta che non potrà rifiutare.

Fonte: Geriatriko.

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