Diritti degli Anziani secondo la Carta Europea dei Diritti Fondamentali

Diritti degli Anziani secondo la Carta Europea dei Diritti Fondamentali

Questo articolo è il frutto della convergenza della Giurisprudenza, del Diritto Costituzionale delle singole nazioni dell’Unione nonché del Diritto Internazionale. Tentiamo un brevissimo riassunto per capire a che punto sia l’Europa e l’Italia riguardo ai Diritti degli Anziani.

 

Cominciamo con il dire che le nazioni che hanno inserito la questione “anziani” nel DNA del Diritto Costituzionale sono: Repubblica Ceca, Svezia, Spagna, Slovacchia, Portogallo, Polonia, Malta, Lituania, Latvia, Italia, Irlanda, Ungheria, Francia, Finlandia, Estonia, Croazia, Bulgaria, Belgio.

 

Senza troppo scendere nel dettaglio delle singole costituzioni che citano “gli anziani” ed alcuni loro diritti possiamo dire che in generale sono riconosciuti e garantiti:

 

La dignità delle persone anziane

La sicurezza delle persone anziane

Protezione della sicurezza economica

Protezione del loro stato di salute fisica e mentale

Il diritto ad una adeguata sicurezza materiale in caso di inabilità al lavoro

La sicurezza abitativa

Condizioni dignitose per una vita di base

Favorite e le opportunità per una corretta realizzazione personale

La partecipazione attiva alla vita comunitaria

Hanno diritto ad una assicurazione su base contributiva

Il rispetto della vita familiare (fatta eccezione per alcuni casi fissati dalla legge).

Sono combattute invece:

 

La discriminazione

L’isolamento e l’emarginazione sociale

La Croazia arriva a citare esplicitamente nella costituzione un articolo che secondo noi è un vero caposaldo Costituzionale: “I figli hanno l’obbligo di prendersi cura dei genitori anziani e malati”. Una dichiarazione morale forte sulla quale ci si potrebbe confrontare in anni di dibattiti.

 

I diritti degli anziani sono citati in modo difforme nelle differenti costituzioni e questo è normale in un’Europa ancora troppo frammentaria. Soprattutto se consideriamo che il Concilio ed il Parlamento Europeo con la Decisione N. 555/2014/EU dichiara chiaramente che l’invecchiamento demografico sarà per i prossimi anni una delle principali per gli Stati Membri. L’idea fondamentale è quindi una maggior partecipazione degli anziani alla vita sociale e al rafforzamento della competitività dell’economia dell’Unione.

 

Il culmine delle dichiarazioni sui diritti degli anziani è chiaramente la Risoluzione 33/5 del Consiglio dei Diritti Umani durante la 24ma sessione 2013 dichiara espressamente i “Diritti delle persone anziane” e li raccoglie in 9 articoli ben definiti.

 

Per quanto riguarda l’Europa e quindi per quanto riguarda l’Italia tutto questo percorso giuridico fatto di dichiarazione ideali può mettere ordine nella materia “anziani”. Secondo il punto più alto di questa lunga discussione sui diritti degli anziani ha un risvolto pratico con le raccomandazioni del Comitato dei Ministri degli Stati Membri CM/Rec(2014)2 riguardo la promozione dei diritti umani delle persone anziane.

 

In particolare sono messe in luce le buone pratiche applicate dai singoli stati membri. Rimane però frammentaria e locale l’applicazione di questi diritti.

 

Per quanto riguarda l’Italia ci facciamo notare con le buone pratiche relative al tema delle cure mediche:

 

Cit. “In Italia, il Fondo nazionale per la lunga degenza per le persone di età pari o superiore a 65 anni stanzia ingenti risorse alle Regioni con l’obiettivo di migliorare e ampliare i servizi socio-sanitari, anche domiciliari, per le persone anziane, e di rafforzare la partecipazione degli anziani persone nella società attraverso la solidarietà e la comunicazione. In provincia di Siena, l’organizzazione “Un Euro all’Ora” ha lanciato un programma per prevenire la sindrome da superlavoro tra gli assistenti informali e per sostenerli. Nella provincia di Ragusa gli enti pubblici collaborano con le organizzazioni del settore sociale nella tutela dei rapporti familiari e nella gestione dei servizi erogati. Lo strumento di mediazione familiare intergenerazionale consente alle famiglie di co-organizzare tali servizi con le autorità”.

 

In Italia quindi, anche se ci prendiamo cura della salute dei nostri anziani” ci sono poche risposte che riguardano i temi della giustizia, delle cure residenziali e delle cure ospedaliere, riguardo la protezione sociale e nel lavoro, la protezione contro le violenze e gli abusi, e sui temi dell’’autonomia e sulla partecipazione sociale.

 

Crediamo che ci sia ancora molto da lavorare, sia in Italia che sul fronte Europeo per una completa uniformità dei diritti.

 

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